Oramai ci siamo, manca un mese alla più prestigiosa rassegna enologica del Belpaese. La 56a edizione del Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati, si svolgerà dal 14 al 17 aprile 2024 a Verona e tutto lascia presagire che saranno battuti per l’ennesima volta i precedenti record: attesi operatori provenienti da 143 nazioni ed oltre 4000 cantine esporranno i propri vini. Attesi quasi 130mila visitatori.
A corollario della manifestazione ci saranno altri graditi appuntamenti, tra cui Vinitalybio, International Wine Hall, Vinitaly tasting, Vinitaly design, Micro Mega Wines, Taste and Buy, Tasting Ex ed il celebre Enolitech, il salone internazionale delle tecnologie applicate alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage.
Da non perdere anche le attrazioni che riempiranno il cuore della cittadina veneta, a cominciare dal Vinitaly and the City, il fuori salone dedicato agli appassionati che si svolgerà nel centro di Verona, ed il Vinitaly Opera Wine, che farà da antipasto alla kermesse il 13 aprile e metterà in mostra ben 131 produttori del vino italiano selezionati da Wine Spectator. Il tema di quest’annata sarà la lirica, con una rappresentazione dell’Arena Opera Festival di Verona.
Il tutto a breve distanza dalla bufera che si è abbattuta sul settore vitivinicolo italico, anche a causa delle inchieste della trasmissione televisiva Report, capace di inglobare in un solo calderone pratiche di cantine lecite e non, l’annosa diatriba sull’utilizzo di lieviti indigeni o selezionati, o scoperchiare il vaso di Pandora sulla provenienza delle uve che foraggiano la enormi produzioni di diverse cantine leader del settore, seppur coltivate in territori differenti e spesso molto lontani dalle proprie denominazioni.
Ciò va ad aggiungersi al calo che sta vivendo negli ultimi dodici mesi il vino imbottigliato, considerato ormai sempre più un bene voluttuario, sia per costi proposti che per disponibilità economiche dei consumatori, in ansia per i costanti aumenti di spesa che ogni famiglia è costretta a sopportare, dalle tariffe di luce e gas che restano un’incognita dopo lo stop forzato imposto dalla UE del mercato tutelato, fino ai rincari crescenti su cibo, materie prime ed energia, influenzati dai numerosi conflitti internazionali che stiamo vivendo in questi anni.
Curiosità, infine sul nuovo trend che spinge per ritagliarsi il proprio spazio sul mercato: i vini ‘Low alcohol’ o ‘Alcohol free’, una scommessa che punta a far breccia tra le nuove generazioni con dei prodotti che ricordano in tutto e per tutto i vini, ma a bassissimo contenuto alcolico o addirittura inesistente.
Le cantine di Terra di Lavoro saranno anche stavolta una fetta importante della pattuglia campana presente all’evento, probabilmente l’unica a poter vantare una diversità varietale che è lo specchio di un territorio vasto e ricco di sfaccettature, dalla costa del litorale domitio alle pendici del Matese, dal Vulcano di Roccamonfina alle colline dei Monti Trebulani. Ogni terrroir è legato a doppio filo ai propri vitigni: Falanghina ed Aglianico coltivati sul Litorale, sulle pendici del Monte Massico oppure a Roccamonfina, danno vita all’antichissimo Falerno o al ‘vulcanico’ Galluccio; Pallagrello Nero e Bianco e Casavecchia sul Matese, nel Medio Volturno o sui Trebulani, chiudendo con il celeberrimo Asprinio dell’Agro Aversano.
La scorsa annata avevamo accennato una new entry nell’areale, l’Ingannapastore, clone di un antico vitigno coltivato ad Alvignano e dintorni, mentre è stato da poco ufficializzato, dopo ben tre lustri di attente ed accurate analisi, l’inserimento della Coda di Pecora, originario del comune di Formicola, nel Registro nazionale delle Varietà di Vite, che lo rende a tutti gli effetti un vitigno a sé stante.
A riscoprirlo, neanche a dirlo, è stata l’azienda Il Verro dell’Ing. Cesare Avenia, uno dei pionieri della viticoltura casertana e presidente del consorzio Vitica, che raggruppa la stragrande maggioranza dei produttori dei diversi areali della provincia, a tutela delle denominazioni DOC e IGT del Casertano.
In attesa di ufficializzare la lista completa delle aziende che parteciperanno, hanno già confermato la propria adesione cantine del calibro di Alepa, Aia delle Monache, Alois, Cantina di Lisandro, Castello Ducale, Drengot, Fattoria Pagano, I Borboni, I Cacciagalli, Il Verro, La Masseria di Sessa, Luca Paparelli, Sclavia, Telaro, Tenute Bianchino, Vestini Campagnano e Poderi Foglia, Vigne Chigi, Villa Matilde, Villa Sorbo, oltre all’Antica Distilleria Petrone che presenterà i propri liquori e distillati, tra cui la nuova ‘Biancamela’, a base di brandy e di melannurca IGP, nata da una collaborazione con la chef stellata Rosanna Marziale.
Michele Falco