
Oramai ci siamo, manca poco meno di mese alla più prestigiosa rassegna enologica italiana: la 57a edizione del Vinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati, si svolgerà dal 6 al 9 aprile 2025 presso l’ente Veronafiere. La kermesse veronese prevede un afflusso superiore alle 100mila unità, che affolleranno il capoluogo nel primo weekend di aprile e nei giorni seguenti, in linea con il 2024, con una discreta presenza di operatori esteri (da previsioni circa 30.000), provenienti da oltre 140 nazioni e veri protagonisti dello scenario mondiale. Affiancheranno il ‘main event’ i graditi appuntamenti di Vinitalybio, International Wine Hall, Vinitaly tasting, Vinitaly design, Micro Mega Wines, Taste and Buy, Tasting Ex ed il celebre Enolitech, il salone internazionale delle tecnologie applicate alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e al beverage.
L’opening della rassegna sarà, come di consueto, preceduto da una serie di appuntamenti divenuti ormai un must per i winelovers: Vinitaly and the City, il fuori salone dedicato agli appassionati che si svolgerà nel centro di Verona, ed il Vinitaly Opera Wine, che bisserà il successo dello scorso anno presso la Galleria mercatali sabato 5 aprile. Eventi che trasformeranno il centro storico della cittadina scaligera in un palcoscenico dedicato al vino e alla cultura, inondando piazze, palazzi storici e location esclusive con degustazioni, incontri e spettacoli per celebrare le eccellenze vitivinicole italiana, con l’adesione di ben 131 cantine selezionate da Wine Spectator.
Il 2025 non si è aperto sotto i migliori auspici: instabilità crescente dello scenario internazionale, minacce di dazi statunitensi, la proposta della UE di applicare sulle retro-etichette degli alcolici la stessa dicitura prevista per le sigarette (“nuoce gravemente alla salute”), un calo dei consumi generalizzato sia da parte delle nuove generazioni, orientate sempre più verso miscelazione o soft drink, sia per la perdita del potere d’acquisto delle famiglie italiane, deteriorato dai continui aumenti dei costi delle materie prime, dei trasporti e dell’energia. Un significativo rallentamento si è avuto anche a causa dell’inasprimento dei controlli e delle sanzioni del nuovo codice della strada entrato in vigore lo scorso 14 dicembre, che scoraggia sempre più chi vuol concedersi il lusso di un paio di calici durante una cena o un aperitivo.
Prosegue anche la crociata iniziata lo scorso anno da Report, format giornalistico Rai, che dallo scorso anno sta ‘facendo le pulci’ al mondo italico del vino, portando alla luce magagne e intrecci delle élite del mondo del vino che di certo non fanno bene all’ambiente enologico, né ne rafforzano la popolarità.
Ad agevolare questa inversione di tendenza ci saranno anche i vini ‘No Alcohol’ o ‘Low alcohol’ (NoLo), sulla scia di quanto visto a ProWein e Wine Paris, che sgomitano per accaparrarsi una fetta di mercato, specie dei più giovani ed inesperti, facendo leva sul basso o inesistente contenuto alcolico e proponendosi come trait d’union tra una bevanda che di vino ha ben poco e dal modesto contenuto alcolico ed un’iniziazione all’universo dei grappoli che si trasformano in un calice di emozioni, spesso con risultati tutt’altro che esaltanti.
Le cantine di Terra di Lavoro presenti all’interno del padiglione Campania saranno poco più di una trentina, di concerto sia con la Camera di Commercio Caserta che con il consorzio Vitica, il quale raggruppa la stragrande maggioranze delle aziende casertane.
L’excursus tutto casertano partirà come tradizione dal litorale domitio e proseguirà lungo il Vulcano di Roccamonfina, le colline di Galluccio ed il massiccio del Matese, per poi attraversare la piana del Volturno ed i Trebulani, immergendosi nelle selve di Pontelatone, fino a giungere nell’Agro Aversano. I protagonisti annunciati saranno Falanghina ed Aglianico, vitigni simbolo della nostra regione, che esprimono al meglio la propria vocazione territoriale ed appartenenza, siano essi piantati nell’Alto Casertano, sul suolo vulcanico di Roccamonfina o sulla riviera domitia, alle cui spalle troneggia il Primitivo alla base del Falerno del Massico, senza dimenticare il re della provincia, sia esso a bacca nera oppure bianca, il Pallagrello, orgoglio del Medio Volturno, ma il cui ceppo primordiale trae origine dalle pendici dei monti matesini, passando poi per il Casavecchia di Pontelatone, affiancato da vitigni autoctoni recentemente riscoperti quali il Coda di pecora o l’Ingannapastore, e concludere la carrellata con l’Asprinio aversano, areale in cui trova la sua unicità nell’allevamento ad alberata e che molte aziende stanno sperimentando vinificazioni con lunghe ossidazioni, realizzando innovativi orange wines.
In attesa di ufficializzare la lista completa delle aziende che parteciperanno, hanno già confermato la propria adesione cantine del calibro di Alepa, Aia delle Monache, Alois, Cantina di Lisandro, Castello Ducale, Drengot, Fattoria Pagano, I Borboni, I Cacciagalli, Il Verro, La Masseria di Sessa, Luca Paparelli, Sclavia, Telaro, Tenute Bianchino, Vestini Campagnano e Poderi Foglia, Vigne Chigi, Villa Matilde, Villa Sorbo, oltre all’Antica Distilleria Petrone che presenterà al pubblico la nuova linea limited edition ‘Alchimisti Reali’, elisir in grado di donare non solo piacere al palato, ma anche benefici per il corpo e lo spirito. L’azienda mondragonese calerà suoi i quattro assi: ‘Laurea Divina’: digestivo a base di alloro, simbolo di trionfo e gloria, che celebra i successi e le conquiste; ‘Santo Bianco’: amaricato estremo a base di cardo, noto per le sue proprietà benefiche e per la digestione. Un distillato che invita alla purezza e alla rigenerazione; ‘Opera’: liquore a base di canfora, che stimola la mente e la concentrazione, dedicato a chi è sempre alla ricerca di nuove idee e soluzioni; ‘Amaro Esoterico’: blend di alloro, cardo, canfora ed altre erbe aromatiche, che offre un’esperienza sensoriale unica e un viaggio spirituale ispirato alla tradizione alchemica.
Michele Falco